I LUOGHI

Il Museo Civico Archeologico, ospitato dal 2019 nel Convento della Beata Vergine degli Angeli, è intitolato al medico M. Petrone, e raccoglie reperti che testimoniano la storia insediativa del territorio di Vieste dalla preistoria all’età romana e tardoantica. Le prime sale del percorso espositivo sono dedicate alla preistoria e in particolare ai reperti della Defensola, la miniera di selce più antica d’Europa risalente al Neolitico antico. Al primo piano è esposto il ricco corredo della ‘tomba dell’Élite’, tomba a semicamera rinvenuta nel cortile del Palazzo Comunale di Vieste. Nelle successive sale espositive sono conservati interessanti corredi di epoca daunia e reperti di epoca romana e tardoantica.

La Torre di San Felice si erge maestosa su una baia incantevole, celebre per l’arco naturale che la caratterizza. La torre, costruita nel 1569, fa parte di una rete di fortificazioni costiere lungo l’intera costa pugliese. Recentemente resa disponibile all’accesso dei visitatori grazie al progetto Coastal Heritage Network (CoHeN), con la realizzazione di pannelli informativi e contenuti multimediali, Torre San Felice incanta i visitatori con il suo panorama mozzafiato, offrendo un punto di vista privilegiato sulla costa del Gargano.

La  Necropoli La Salata  è un articolato complesso funerario paleocristiano, risalente al IV-VI secolo d.C., caratterizzato da diversi ipogei, tombe a cielo aperto e tombe scavate nella parete rocciosa: questi si affacciano tutti su uno spazio aperto che serviva ai riti che precedevano la deposizione dei defunti. Tra gli ipogei, se ne riconoscono di più antichi, creati forse già a partire dal IV sec. d.C., che si distinguono per la presenza di arcosoli (più tombe sovrapposte in altezza). Gli ipogei più tardi, databili al V-VI sec. d.C. si caratterizzano per un corridoio di accesso e per un impianto a galleria. La necropoli è immersa in un contesto paesaggistico di eccezionale valore, un’oasi scrigno di biodiversità.

La Torre di Porticello si innalza tra le baie di Molinella e Scialmarino, a pochi chilometri a nord di Vieste. La struttura faceva parte del vasto sistema di torri costiere di difesa e avvistamento voluto da Carlo V, che ancora oggi punteggia il paesaggio pugliese. La Torre di Porticello offre una cornice unica e suggestiva per mostre ed eventi culturali, regalando ai visitatori un’esperienza che unisce arte, storia e la bellezza incontaminata del territorio. Situata a ridosso di un tipico trabucco è la meta preferita per godere dei meravigliosi tramonti sul Gargano.

L’isolotto detto di Sant’Eufemia posto di fronte alla città, è dominato dalla presenza del Faro costruito nella metà del XIX secolo, ed è caratterizzato da grotte frequentate sin da epoca antichissima. In queste grotte si conservano iscrizioni e simboli incisi sulle pareti rocciose da naviganti che hanno voluto lasciare traccia del loro passaggio, a partire almeno dal II-I sec. a.C. In particolare, nella grotta di Venere Sosandra si conservano centinaia di iscrizioni in greco e latino, databili tra il III sec. a.C. e l’età moderna. Molti di questi testi incisi costituivano delle invocazioni rivolte alla divinità protettrice dei navigatori per una euploia, ossia una ‘buona navigazione’.

I trabucchi, tradizionali strutture di pesca del Gargano, sono un patrimonio culturale di Vieste. Oggi, dieci trabucchi sono stati restaurati e sono ancora operativi grazie all’Associazione La Rinascita dei Trabucchi Storici e al supporto di enti locali e regionali. Ogni trabucco è composto da una piattaforma sopraelevata e da due grandi braccia (antenne) che sorreggono una rete da pesca fatta a mano. È possibile vivere l’esperienza di pesca sui trabucchi con i maestri locali, che tramandano la tradizione.

Il Castello si colloca su una rupe a strapiombo sul mare, punto strategico per il controllo della costa e la difesa della città. La sua costruzione si deve al conte Roberto Drengot, che nell’XI secolo avviò la fortificazione della città di Vieste, unitamente all’innalzamento di una cortina muraria difensiva. Il castello si presentava in questa prima fase come un corpo quadrangolare con torri cilindriche ai vertici.   Ricostruito da Federico II ed elevato a rango di regia fortezza, la struttura subì radicali rimaneggiamenti in epoca aragonese, assumendo l’aspetto attuale: pianta triangolare corredata da bastioni angolari a punta di lancia, che inglobarono i resti delle strutture preesistenti.

Il Museo Malacologico, ospitato dal 1996 in un vecchio frantoio del 1600, è ubicato all’ingresso del centro storico di Vieste. Al suo interno vi è una mostra permanente dei tesori del mare: la collezione privata della sig.ra Anna Ragno e di suo marito Biagio Simone, che conta oltre 13.000 esemplari provenienti da ogni parte del mondo ed è costituita da conchiglie, fossili e pesci. Il Museo ha quattro sale espositive, dove pannelli didattici e immagini agevolano la visita in uno dei musei italiani più rinomati.